Mario Rappini

 

 

 

MARIO RAPPINI (PSEUDONIMO: MARIO RAPP)

Inaugurazione mostra  Mario Rapp al Bateleur giugno 1970
Mostra personale di Mario Rappini alla galleria Le Bateleur – giugno 1970

Sempre negli anni settanta ho conosciuto Mario Rappini, brillante scenografo di Fellini e anche noto per la sua “mano settecentesca”. Aveva una grande conoscenza della pittura antica, in particolare delle tempere d’autore che affrescavano chiese e palazzi romani. Mi interessava molto la sua competenza e spesso andavo a trovarlo a studio. Quando gli proposi una mostra delle sue tempere al Bateleur, ne fu felice e mi aiutò ad organizzarla. Nel catalogo volle presentarsi in questo modo:

“Ho fatto scenografie, ho sempre disegnato. Per caso ho conosciuto vecchi decoratori, residui eredi di maestri del ‘700, che conoscevano l’impasto dei colori fatti con le terre, colori che manipolavano con le proprie mani, come pure i pennelli che non sono quelli che si trovano in commercio. Questi artisti sconosciuti e morti tali perché non avevano architetti che potessero dirigerli (abbandonati allo stile “umbertino” o del ‘900 degli anni ruggenti) erano considerati solo di cattivo gusto: questi sono stati i miei maestri.”

Passiamo così in rivista le sue marine, i suoi paesaggi, intrigati e interessati da quella tecnica dimenticata che è il suo vanto; quando parliamo con lui, ci dice in tono entusiasta, additando i cieli dipinti: “Questa è aria aperta” e, come se si trattasse di un grande gioco, fa progetti per il giorno dopo, che realizza con una incredibile rapidità e con la mano sicura del maestro antico, che nel cuore ha l’ingenua purezza dell’artigiano. Egli stesso personaggio rinascimentale, ritrova il suo filo interiore più che mai nel clima della sua infanzia, quello estremamente italiano delle ville patrizie, o della vecchia Roma, vissuta e conosciuta con amore.

Ma stranamente, un po’ come per Henri Rousseau le Douanier (che era convinto di dipingere autorevoli quadri nella maniera degli antichi maestri), è superato da se stesso e dal suo “filtro” anche quando crede di attingere nel passato.

Mario Rappini ci appare l’ultimo “Troubadour” di una tradizione di decoratori italiani, i suoi paesaggi non sono mai copie, sono ricordi, composizioni non prive di ironia (che ci dà la chiave, questa, alla sua autocritica di uomo moderno e spiritoso, quale in effetti egli è) dietro la ricostruzione del suo mondo ideale.

Mostra di Mario Rapp al Bateleur giugno 1970 - La bella e la scimmia (dettaglio)

Ci incontravamo in quel periodo a pranzo in varie taverne, insieme a Giovanni Lancellotti, suo grande amico scultore. Le trattorie in gran parte sono molto cambiate nei nostri giorni, ma in quella di via della Chiesa Nuova, dove pure ci incontravamo, forse esiste ancora il grande affresco di Mario Rappini sulla parete della sala interna.

Gianna Paola Cuneo

Mario Rappini - Fantasia dei Pulcinella - 1970 - esposto alla mostra 'Il lato fantastico'  Hotel Ritz  1971
Mario Rappini – Fantasia dei Pulcinella – Esposto alla mostra “Il lato fantastico” Hotel Ritz Roma 1971

Gruppo “Un par Un” artisti incisori di Parigi

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Olivier Besson

 

 Jérôme Bouchard

 

Valentina La Rocca 

 

Michel Lasserre

 

Sylvain Salomovitz

 

A partire dagli anni ’80 è attivo l’importante gruppo di incisori di Parigi dedicati all’incisione e alla xilografia. Tutto il gruppo proviene dall’Atelier de graveurs Lagrange des Beaux-Arts.

Olivier Besson

è nato nel 1957 a Boulogne-Billancourt. Ha seguito i corsi d’incisione alla Scuola Superiore Nazionale di Belle Arti. Utilizza l’incisione su legno, la xilografia, per le illustrazioni e il monotipo su tela per i formati più grandi. Lavora per la stampa ed ha illustrato vari libri. Diviene illustratore per “Libération”, “Le Monde”, “Le Magazine littéraire”, “Lire”, “Architecture d’aujourd’hui” e realizza copertine di libri per Flammarion, Albin Michel, Le Seuil. Espone le sue creazioni, monotipi e xilo su tela, di frequente, oltre ai lavori su ordinazione. Olivier Besson, che utilizza una ventina di tecniche differenti, di cui alcune oggi assai rare, è conosciuto anche per il suo “Bestiario” particolare – ogni pagina rappresenta una specie animale.

Olivier Besson graveur, Paris le, 13 juin 2014
Olivier Besson

 

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“Du rouge papou au vert de rage” – Un libro sui colori
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“Pirates” Illustrazioni per un libro di Conan Doyle

 

 

Jérôme Bouchard

 Dopo i Beaux-Arts di Parigi e dopo numerose esposizioni negli Stati Uniti a New York e New Orleans, tornato in Francia, s’installa a Poitiers: “Cercavo una città né troppo grande né troppo piccola, e qui ci sono molti artigiani nelle strade e un buon ambiente. Ho una maniera particolare di incidere: disegno direttamente sulla placca col pennello, ed eseguo il disegno più fedelmente possibile, conservo poi la dinamicità del tratto nell’incidere.”

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Jerome Bouchard

Incisioni su legno

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Video di Sylvain Salomovitz

 

Valentina La Rocca

italiana nata a New York, ha passato la sua infanzia a Londra e a Roma, e, dopo gli studi a Roma, ha lavorato negli ateliers d’incisione di Lagrange e Dorny a l’École des Beaux-Arts di Parigi e in altri ateliers. Negli anni ottanta partecipa alle esposizioni della Galerie Horizon, della Biennale di incisione di Bayeux e del Centro Olivetti . Nel 1982-83 partecipa alla manifestazione “Sette incisori” a Bardos e nel 1984 espone alla Galerie Biren con il gruppo “Xylotraces”. Sempre nell’ottantaquattro prepara un’esposizione con Lasserre, Besson, Salomovitz e Bouchard. L’esposizione sarà trasferita al museo di Pau. Da allora il gruppo esporrà spesso assieme. La Rocca esercita la sua ricerca soprattutto nel dominio del disegno oltre all’incisione e all’intaglio su legno e linoleum. Quello che conta è la forza e l’originalità del suo tratto, del suo disegno, che senza dubbio distinguono l’opera grafica e pittorica di Valentina La Rocca.

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Valentina La Rocca

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Asfalto – Acquaforte

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Michel Lasserre

è nato nel 1947 a Dax, Francia. Pratica l’incisione e l’intaglio dal 1964. Formazione alla scuola di Belle Arti di Bayonne, poi a Le Havre e inseguito a Parigi. Espone in Francia e all’estero, in particolare alle gallerie Amanedo e Bi-Damas a Osaka, Giappone, 2006. Allievo dell’atelier Lagrange di Parigi, trova nell’intaglio la sua maniera specifica “attraverso i bianchi” che si adatta alla sua forma mentis – ripete: “Mi piace l’incisione perché bisogna immaginare tutto alla rovescia”. Le Edizioni Plein-Chant a Bessac gli hanno consacrato un volume. Erede di una famiglia di scultori su legno rappresenta l’antica solida tradizione di artisti europei che l’arte l’hanno ereditata nel Dna.

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Michel Lasserre
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L’incredulità di San Tommaso – Xilografia
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Le tenniste – Xilografia a colori

 

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La locandiera – Xilografia a colori

Video di Sylvain Salomovitz

 

Sylvain Salomovitz

 nato nel 1952,  è presto interessato all’immagine. Pratica all’inizio la fotografia, poi apprende il disegno agli ateliers della Ville de Paris. Segue dal 1974 al 1979 un corso ai Beaux-Arts di Parigi nell’atelier di Jacques Lagrange. La venuta in Francia del pittore-incisore cinese Wu Junfa, che rivela i sistemi della tecnica della xilografia con colori ad acqua, sarà per lui una rivelazione. Nel corso degli anni Sylvain Salomovitz ha accumulato un’opera densa e completa; le sue xilografie variano, creando delle interazioni intime e costanti fra l’unicità e il multiplo.

(Fonte: Arts et métiers du livre n° 247)

Sylvain Salomovitz, artiste, graveur, Pré Saint Gervais le, 30
Sylvain Salomovitz

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Caproni-Campini N1 – Acquaforte firmata
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Uccelli di Barcellona – Xilografia a colori
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Il Tevere a San Michele – Xilografia con colori ad acqua

 

 

Sergio Birga pittore incisore

 

Birga

Nato a Firenze nel 1940 vive e lavora a Parigi dal 1966.

Oltre 20 esposizioni personali fra Francia e Italia lo consacrano come esponente della pittura italiana in Francia.  

Principali esposizioni personali :

1974 – Galleria Trifalco Roma, Studio Inquadrature Firenze

1976 – Galerie La Passerelle Saint-Louis Parigi, Galerie Jean-Pierre Lavignes Cologne, Galleria Trifalco Roma

1977 – Galleria Aglaia Firenze

1978 – Galerie Liliane François Paris

1981 – Galerie Liliane François Paris, Galleria Il Narciso Roma

1985 – Syn-Art,Paris

1986 – Galerie Lefor-Openo, Saint-Cloud

1987 – Art-Collection, Honfleur, Carnac, Courchevel

1988 – Galerie Nicole Ferry Paris

1989 – Château d’Ancy-le-Franc Yonne

1990 – Galerie Daniel Besseiche, Courchevel, Dinard, Honfleur

1992 – Ken’s Art Gallery Firenze

1993 – Galleria Il Narciso Roma

1994 – Galerie Nicole Ferry Paris, Institut Culturel Italien Lille

1996 – Ken’s Art Gallery Firenze

1997 – Galerie Berthet-Aittouarès Paris

2000 – Musée de la Faïence Quimper

2003 – Espace Bernanos Paris

2006 – Galerie La Hune-Brenner Paris

2007 – Galerie Saphir Paris, – “Kafka” Prieuré St Pierre Orléans, Galerie Bansard Paris, Fort Napoléon, La Seyne-sur-Mer

2007/2008 – Villa Tamaris La Seyne-sur- Mer

 

Entrare nella pittura di Birga significa poter entrare in un mondo immaginario dove i monumenti noti e le vestigia immaginarie si fondono in un clima sospeso.All’inizio da giovane Birga si esprimeva soprattutto attraverso opere incise forti ed espressioniste. Esempio: “Il ritratto di Brecht” e “La distruzione delle Halles” di Parigi

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Ritratto di Bertolt Brecht
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Davanti alla porta della legge (dal Processo di Kafka)

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