Tornata a Roma dagli Stati Uniti nel 1949 ho incontrato alcuni pittori del movimento “Fronte Nuovo delle Arti” che esponevano alla Galleria del Pincio di Piazza del Popolo. Fra questi, Armando Pizzinato, Giuseppe Zigaina, Giulio Turcato, Ernesto Treccani ed altri, che avevano rielaborato le esperienze post-cubiste per approdare ai confini con l’astrazione. Avendo condiviso le esperienze post-cubiste io stessa, nel mio periodo americano mi sentivo vicina a questo movimento. La Galleria del Pincio di Roma rappresentava un punto d’incontro per i pittori ed era frequentata da artisti e scrittori, da “gente del Babuino” come scriveva Ugo Moretti che così intitolò uno dei suoi libri. Ugo Moretti dirigeva la galleria con Anna Salvatore: pittrice “audace e terribile” come la chiamava Ungaretti; infatti era il personaggio intorno al quale si muoveva la galleria. Il suo quadro più famoso: “Gli amanti di periferia”.



Tutti questi artisti sono scomparsi in questi ultimi anni – ma già da vario tempo Roma era cambiata, come scriveva Mario Lunetta nella prefazione del libro “Gente del Babuino”. Quella di allora era una Roma urbana e non metropolitana, era calda, accogliente, anche alquanto pagana e sensuale. Allora spirava il famoso “vento caldo” titolo di un libro di Ugo Moretti – Viareggio 1949. In quell’epoca, a prescindere dalla nota influenza della “scuola romana” a Roma si faceva sentire l’influenza del “Fronte Nuovo delle Arti”, di Guttuso, Santomaso, Pizzinato, Zigaina che creavano esempi vigorosi e personali dell’arte italiana del dopoguerra. Senza dimenticare Cagli, Afro e Vespignani. Gli incontri avvenivano sempre fra via del Babuino, via Ripetta e Piazza del Popolo.






